LETTERA A SANREMONEW SULLA LOTTA AL PUNTERUOLO ROSSO

Signor Direttore scrivo a Sanremonews nella speranza che sia un tramite per sensibilizzare il Signor Sindaco Alberto Biancheri, l’Assessore all’Ambiente Eugenio Nocita e l’Assessore all’Agricoltura Anna Asseretto su un argomento che ormai è diventato un’emergenza. Mi riferisco alla gestione dei giardini in generale e più specificatamente al patrimonio arboreo pubblico e privato. Una valutazione generale sulla situazione dei giardini e verde pubblico di una città che si definisce “dei fiori” decisamente deprimente per non parlare dell’abbandono del parco urbano di San Romolo e di Bignone in particolare ormai ridotto ad area degradata al limite del recuperabile. Ma il problema più drammatico e ormai è sotto gli occhi di tutti riguarda la tutela del patrimonio arboreo e specificatamente delle palme della specie canariensis. La lotta al punteruolo rosso si è dimostrata una Caporetto su tutta la linea. Ormai basta un giro d’orizzonte in qualsiasi parte della città per incontrare decine di relitti di palme un tempo maestose ridotte a miseri totem rimasti a testimonianza dell’incapacità di arginare questo fenomeno che sta distruggendo una nostra peculiare caratteristica.

Ormai questa vista è diventata insostenibile e adesso oltre agli alberi ormai ridotti a pali si notano decine di palme che mostrano un principio d’attacco del parassita infestante, future vittime destinate alla motosega. Questa breve esposizione che solo lontanamente rappresenta la realtà che si riscontra girando per la città quale premessa per chiedere ai nostri Amministratori in qualità di semplice cittadino quanto segue:

1 Perché non sono stati attuati protocolli per la prevenzione e o cura delle piante infestate?

2 Vengono effettuate tutte le procedure per la rimozione delle parti infestate e dove e come avviene lo stoccaggio – smaltimento?

3 Perché si continuano a piantare palme in ogni spazio libero creando un circolo vizioso: palme che si ammalano, vengono tagliate e sostituite con altre palme?

4 Chi fornisce le palme al Comune e quanto spende perla lotta al punteruolo rosso?

5 Infine, visto che la procedura sin qui adottata si è dimostrata una vera debacle quale strategia si pensa di adottare per salvare almeno quelle poche canariensis che sono rimaste?

6 Non ritengono che la vista di tutti questi relitti sia un pessimo biglietto da visita per quanti ancora vengono a vedere il Festival di Sanremo?

Palme sotto attacco

Palme sotto attacco

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Questo è un cassetto pieno di cianfrusaglie, alcune recenti, altre dimenticate da anni. Come nei mercatini dell' usato basta rovistare, qualche cosa da recuperare si trova sempre e a poco costo.

Pubblicato il 1 febbraio 2015, in SANREMO SENZA VELI con tag , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.

  1. Lettera aperta. 7 marzo 2015

    Stupore e indignazione per i titoli e i commenti che annunciano il “rigetto” di una proposta operativa per l’eradicazione del punteruolo rosso presentata alla commissione agricoltura del senato.
    Prima ancora che la stessa commissione si riunisca nuovamente per discutere i contenuti dell’audizione, avvenuta lo scorso 24 febbraio 2015.

    Con profondo scoramento per i commenti e titoli letti su varie testate della provincia di Imperia in questi giorni, che avrebbero dovuto informare sui contenuti dell’audizione avvenuta il 24 febbraio scorso in senato sul tema gravissimo e urgentissimo di un’ultima possibilità di lotta, attraverso una strategia mirata, per l’eradicazione del punteruolo rosso, scrivo -in qualità di firmataria della petizione di giugno 2014 “non c’è più tempo”- alcune riflessioni che accompagnano i commenti diretti di Michel Ferry, che a tale audizione è stato invitato dalla senatrice Donatella Albano, qui allegati, unitamente alla presentazione che ha accompagnato la sua proposta in commissione agricoltura.

    Il ricercatore dell’INRA era già stato invitato ma subito escluso alla prima audizione sullo stesso tema nel giugno 2014, perché “si diceva” non appartenesse effettivamente all’Istituto nazionale di ricerche agronomiche francese.
    Nonostante in quell’occasione Ferry con grande disponibilità avesse immediatamente inviato due documenti originali che attestavano la sua appartenenza all’INRA e anche alla FAO, in qualità di perito e consulente, i giochi ormai erano fatti e alla prima audizione parteciparono Il dirigente dei servizi fitosanitari della regione Liguria , il sindaco di Bordighera e alcuni ricercatori del CRA di Sanremo.
    In coro venne lanciato il solito messaggio “la battaglia è perduta”; “non ci resta che abbattere le palme centenarie e ripiantare giovani palme” ; “la canariensis è destinata all’estinzione”
    “Il ministero può aiutare con fondi per lo smaltimento delle palme abbattute e la ricerca (?)” .

    Nel frattempo le 2 profezie-allarme dell’apprendista stregone -come lo chiamano i suoi detrattori- Michel Ferry, lanciate a livello istituzionale nel dicembre 2013, congiuntamente a una proposta di sperimentazione gratuita su almeno 1500 palme patrimonio urbane a Bordighera ( non accolta dal comune) , si sono avverate:

    1.Infestazione esponenziale del punteruolo con conseguente devastazione di un paesaggio storico patrimonio di tutta l’umanità, non solo degli eletti ed elettori.
    Tale paesaggio è stato il potente motore che nella seconda metà del XIX secolo ha portato l’estremo ponente ligure, in particolare Bordighera e Sanremo, a divenire meta privilegiata del turismo internazionale. Non il “savoir faire” autoctono.

    2. Spostamento del punteruolo sulle altre specie di palme, con rischio grave sull’incolumità delle persone e delle cose.
    Nel mese di ottobre 2014, a Catania, è morta una donna di 50 anni per la caduta improvvisa di una chioma di dattilifera.
    Bordighera ospita quello che una volta era il secondo palmeto storico di dattilifere in Europa. Nei secoli ha fornito le palme rituali della Pasqua al Vaticano, oggi è a estremo rischio.

    Tante inesattezze, volute o meno, sono state dette e scritte rispetto al messaggio e al metodo proposto da Michel Ferry che ha come obiettivo principe quello di SALVARE LE PALME PATRIMONIO e che per questo motivo continua a scrivere, a cercare di farsi ascoltare, a offrire una proposta operativa attiva per risolvere il problema, almeno provarci, esponendosi così a critiche e accuse denigratorie da parte di esperti locali che invece, per risolvere il problema, chiedono di abbandonare la lotta obbligatoria e lasciare le palme e il nostro paesaggio all’abbandono e alla devastazione dell’insetto.
    Cari proprietari di palme, non dovrete più abbattere le palme a 1000 o 2000 euro l’una, lasciatele così come sono, se poi cadranno ci penseremo…

    Ferry, con l’INRA, non propone un “prodotto miracolo”, come si vuole dare ad intendere, che salvi le palme infestate.
    Il suo obiettivo è salvare, proteggendole, essenzialmente le palme patrimonio ancora in piedi, e quelle appena infestate. Le palme protette diventano così trappole per il punteruolo e per le sue successive generazioni.
    Questo può avvenire solo attraverso una strategia mirata globale che implica impegno, lavoro, organizzazione, mobilitazione del pubblico e del privato.

    Da alcuni articoli usciti nell’ultimo anno si dava ad intendere che il ricercatore avesse interessi nella commercializzazione del prodotto: Michel Ferry si sta battendo da mesi perché la casa produttrice del “Revive”, la multinazionale Syngenta, tenga il più basso possibile il costo del prodotto, affinché si possa trattare il maggior numero di palme della Riviera franco-italiana , in un auspicabile progetto di città pilota messe in rete nel nostro territorio transfrontaliero, dalla regione PACA alla provincia di Imperia.

    Altra “scusa” che continuiamo a sentire da un anno a questa parte : ” il prodotto non è registrato, quindi non autorizzato in Italia “.
    Il Revive, il cui principio attivo è già usato in Italia su frutta e verdura, è autorizzato a livello di Comunità europea per la zona sud, che include l’Italia.
    Francia e Spagna l’hanno subito recepito, attraverso il riconoscimento reciproco delle autorizzazioni, con una pratica semplice richiesta dai servizi fitosanitari dei suddetti Paesi e non dalla Casa Madre, come affermato nelle recenti uscite stampa.

    Volere è potere.. Perché tale accanimento a non voler dare la possibilità di avvalersi di un metodo di lotta, ultima chance, anche fosse solo per collettivi di proprietari di palme ?

    Ancora : è stato detto che l’efficacia del prodotto non sia dimostrata scientificamente e che la proposta di strategia di Ferry -la sola presentata – non sia stata “esauriente”.
    Allego quindi, oltre i commenti di Ferry, l’autorizzazione del Ministero francese al Revive che, al contrario , la attesta esplicitamente.

    Nella petizione di Giugno 2014, che ha unito numerose associazioni, istituzioni culturali, parchi e giardini del nostro territorio, a cui risposta effettiva non è mai stata data, si chiedeva la “messa in atto di tutti i possibili metodi di eradicazione del punteruolo rosso autorizzati a livello europeo” per un tentativo, a cui personalmente voglio ancora credere, di salvare le nostre palme patrimonio, di ogni specie, rimaste.

    Rilancio qui a tutti coloro che ci tengono, ancora ci credono e che intendono unirsi a questo appello.

    Silvia Alborno
    1 marzo 2015
    Bordighera

    Oggetto: Resoconto dell’audizione presso la commissione agricoltura del Senato.
    24.2.15 Michel Ferry.

    Non mi è parso normale, in occasione dell’audizione del 24 febbraio, ricevere una strenua opposizione, da parte di alcuni relatori, all’unica proposta operativa -la nostra- di strategia di lotta lungimirante per l’eradicazione del punteruolo rosso delle palme, che implica inoltre la possibilità di un progetto transfrontaliero in rete di comuni Italiani e Francesi, con la possibilità di accedere a finanziamenti europei.

    Mi sembra evidente che, vista la posizione espressa esplicitamente dal dottor Storace e dal rappresentante del servizio fitosanitario centrale, in particolare con le seguenti affermazioni:
    “la battaglia è perduta”, “dobbiamo sperare che la commissione europea chiuda rapidamente la lotta obbligatoria al punteruolo rosso delle palme”, l’obiettivo fosse di suscitare dubbi sulla validità della nostra proposta per SALVARE LE PALME.

    I ricercatori invitati, probabilmente per giustificare l’interesse delle proprie ricerche, si sono permessi di alimentare tali dubbi utilizzando argomenti che testimoniano una certa mancanza di informazione riguardo lo stato attuale delle conoscenze scientifiche sul punteruolo rosso e sulle palme.

    Poiché , per mancanza di tempo, non mi è stato possibile reagire a tali argomenti durante la riunione, ci tengo a farlo qui, per scritto.

    l’assenza o debolezza di migrazione dei prodotti iniettati con l’endoterapia. È da molto tempo noto il fatto che, quando prodotto e metodo di iniezione sono corretti, il prodotto arriva perfettamente all’obiettivo.
    Riguardo il “Revive”, prodotto concepito appositamente per l’impiego in micro-iniezione, i risultati, non solo sulla sua capacità di migrazione (anche su palme molto alte), ma anche sulla sua efficacia e la sua persistenza di azione, sono incontestabili (Ferry e Gomez 2014).
    Mi pare sconcertante che il ricercatore convocato per intervenire su questa questione si sia permesso di motivare tale supposta incapacità dei prodotti iniettati a migrare verso la chioma, affermando che :
    -poiché le palme sono specie provenienti da zone aride (falso per la maggior parte delle specie), il prodotto evaporerebbe poco. Si tratta di un affermazione assolutamente scorretta (cfr i lavori e numerosi articoli sul fabbisogno d’acqua delle palme).

    2.Il sistema vascolare delle palme sarebbe diverso da quello degli alberi.

    Tale fatto, secondo l’esperto, renderebbe inefficaci le iniezioni. Il fatto che, nelle palme, i vasi lungo i quali sale la linfa siano suddivisi in parallelo invece di essere disposti ad anelli concentrici, non impedisce affatto ai prodotti iniettati di migrare attraverso i suoi vasi . È da più di 50 anni che le palme sono trattate molto efficacemente con l’iniezione .

    3. La nostra proposta non sarebbe valida poiché la lotta al PRP dovrebbe seguire un approccio ecologico che riposi sulla costituzione di un equilibrio devastatore/antagonista.

    Tale affermazione denota un approccio “angelico” di principio che sfortunatamente non risulta compatibile con l’obiettivo di salvare le nostre palme patrimonio.
    Il contesto nel quale si situa la lotta contro il PRP non ha infatti nulla a che vedere con uno spazio naturale: le nostre palme patrimonio sono situate in uno spazio completamente colonizzato dall’uomo.
    Inoltre, il punteruolo uccide il suo ospite e lo fa molto velocemente.
    Favorire con dei micro-organismi ( l’autorizzazione dell’aspersione di micro-organismi esotici è estremamente lunga e delicata) la comparsa futura di un equilibrio capace di controllare il PRP è totalmente illusoria, sopratutto tenendo conto dell’urgenza nella quale ci troviamo SE VOGLIAMO SALVARE LE NOSTRE PALME.

    4. la capacità di moltiplicazione del punteruolo sarebbe tale che la sua eradicazione sarebbe assolutamente impossibile .

    Questa affermazione equivale a ignorare i magnifici casi di eradicazione ottenuti alle Canarie, in Israele, in California e in qualche oasi del Medio-Oriente.
    Ma tale affermazione significa sopratutto ignorare seriamente la biologia del punteruolo rosso delle palme. Tra le cifre teoriche di moltiplicazione del PRP e la realtà esiste uno scarto considerevole.
    La durata effettiva di fecondità della femmina è corta e la mortalità delle uova e delle larve molto elevata .
    Fortunatamente, poiché le palme sarebbero scomparse da tempo se si dovessero considerare le cifre teoriche annunciate dal relatore durante la riunione. Il relatore inoltre, sembra non aver compreso del tutto il fatto che la strategia di eradicazione proposta riposi sulla trasformazione delle palme in trappole mortali per il PRP, mettendo fine alla comparsa di nuove generazioni.

    Globalmente, credo che il problema principale al quale siamo confrontati sfugga completamente agli esperti che sono intervenuti .

    Siamo impegnati in una corsa contro il tempo testimoniata dalla crescita sempre più rapida del numero di palme infestate. Tale incremento continuerà ad accelerare se non si agisce immediatamente.
    Tra due o tre anni, sarà troppo tardi.
    Bisogna dunque agire molto rapidamente se si vuole salvare il patrimonio delle palme.

    Non riesco assolutamente a comprendere, in tali condizioni, la reticenza e la cattiva volontà a mettere in atto una proposta che potremmo definire ormai di “ultima chance” e che consiste in una strategia rigorosa e precisa basata su risultati scientifici e tecnici incontestabili.

    SUGGERISCO DUNQUE CHE LA COMMISSIONE RICHIEDA AL MINISTERO:

    -di sospendere, se già in atto, la richiesta di deregolamentazione della lotta per l’eradicazione del punteruolo rosso delle palme e lo comunichi alla CE.

    -sostenga l’avvio della proposta INRA a livello di città pilota volontarie e di collettivi di privati proprietari di palme. Questo può avvenire in modo semplice e rapido attraverso una richiesta di deroga di 120 giorni, da parte del Ministero dell’agricoltura al Ministero della salute, per il prodotto Revive di Syngenta, come indicato dalla regolamentazione europea.

    Ringrazio la senatrice Donatella Albano che ha voluto invitarci a questa audizione.
    La mia ammirazione per il coraggio dimostrato nel superare gli ostacoli e le critiche e naturalmente le mie felicitazioni per la sua determinazione in questa magnifica battaglia per salvare l’eccezionale patrimonio di palme monumento della costa ligure, dell’Italia e di tutto il mediterraneo in generale.
    E per tutelare di conseguenza l’incolumità di persone e cose, a gravissimo rischio se la deregolamentazione della lotta obbligatoria dovesse divenire reale.

    Michel Ferry

    INRA
    STATION PHOENIX
    25/02/15

    Inviato da iPad

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Nando Rimugi